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Castel dell’Ovo il più antico castello di Napoli

Il castello sorge sull’isolotto di tufo di Megaride (greco: Megaris), propaggine naturale del monte Echia, che era unito alla terraferma da un sottile istmo di roccia. Si ritiene che sia stato quello il punto d’approdo dei cumani che, giunti nel VII secolo a.C., avrebbero fondato il primo nucleo di Palepoli, la futura Napoli. I primi insediamenti risalgono dunque a quell’epoca. Nel I secolo a.C. Lucio Licinio Lucullo acquisì nella zona un fondo assai vasto (che secondo alcune ipotesi andava da Pizzofalcone fino a Pozzuoli) e sull’isola costruì una splendidissima villa, che tra gli altri lussi era dotata – oltre che di una ricchissima biblioteca – di allevamenti di murene, e impreziosita da novità agroalimentari come i pesci importati dalla Persia e i ciliegi fatti arrivare da Cerasunto.La memoria di questa proprietà perdurò nel nome di Castellum Lucullanum che il sito mantenne fino all’età tardoromana.

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Durante il regno dei Viceré spagnoli il castello perse completamente la funzione di residenza reale e dal XVIII secolo anche il titolo di “fabbrica reale”, e venne adibito ad accantonamento ed avamposto militare – dal quale gli spagnoli bombardarono la città durante i moti di Masaniello – e a prigione, dove fu recluso fra gli altri il filosofo Tommaso Campanella prima di essere condannato a morte, e più tardi numerosi giacobini, carbonari e liberali fra cui Carlo Poerio, Luigi Settembrini, Francesco De Sanctis.
Durante il periodo del cosiddetto “Risanamento”, che cambiò il volto di Napoli dopo l’Unità d’Italia, un progetto elaborato dall’Associazione degli scienziati letterati e artisti nel 1871 prevedeva l’abbattimento del Castello per far posto ad un nuovo rione. Tuttavia quel progetto non fu attuato e, scampato il pericolo, l’edificio rimase in possesso del demanio e praticamente in stato di abbandono, fino all’inizio dei restauri nel 1975.

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Oggi è annesso allo storico rione di Santa Lucia ed è visitabile. Nelle grandi sale si svolgono mostre, convegni e manifestazioni. Alla sua base sorge il porticciolo turistico del “Borgo Marinari“, animato da ristoranti e baretti, sede storica di alcuni tra i più prestigiosi circoli nautici napoletani.

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