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I Lazzari

Se c’è un luogo a Napoli dove si sono avvicendati avvenimenti significativi e importanti per la storia dei Lazzari partenopei questo è sicuramente Piazza Mercato.

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Tra decapitazioni di personaggi storici, l’uccisione di Masaniello, e l’impiccagione dei Martiri nella rivoluzione partenopea, in questa Piazza veramente si è scritto un pezzo di storia.

In questa piazza veniva radunato il popolo, un vero palcoscenico, con spettacoli, mercati (tutt’ora), ragazzi che chiedevano l’elemosina.

Gli stessi ragazzi (i guaglioni) che venivano poi reclutati dai capi sommossa contro la corona, il potere.

Questi ragazzi o se vogliamo definirli “Lazzari” che erano sia attori che spettatori della loro stessa sorte, rappresentavano il ceto più infimo della plebe, senza nè arte nè parte, nè casa nè mestiere, senza una ferma idea politica, ma con una forte devozione alla Madonna e a San Gennaro e il vesuvio.




Possiamo definirli antenati degli scugnizzi, unico segno particolare è l’essere liberi, possiamo dire che proprio a fianco di Masaniello si sono visti all’azione i lazzari a combattere contro il  ViceRe per gli aumenti delle tasse.

Entrata dei Francesi a Napoli nel 1799

L’origine della parola “Lazzaro” non è mai stata certa, di una prima congettura ne parla Benedetto Croce dove nell’antico Spagnolo abbiamo la parola “laceria” nel senso di lebbra e “miseria”, “i Lazarillos” erano i ragazzi che si curavano all’ospedale di San Lazzaro, sempre in spagnolo Lazzaro significa pezzente Cencioso.

Quindi in parole povere i Lazzari appartenevano alla classe sociale dei proletariati urbani se possiamo dirla così.

La religione per i Lazzaroni come abbiamo già detto ha un significato profondo e particolare, tra il fanatismo, la superstizione e magia, con una forte esigenza di aggrapparsi al soprannaturale.




San Gennaro diventa per loro il Re in cui deporre la loro sorte, il rapporto che si viene a instaurare tra San Gennaro ed il popolo dei Lazzaroni è un Rapporto che ha del surreale.

Solo Il Lazzarone può’ permettersi di arrabbiarsi con il Santo chiamandolo giacobino e Faccia Gialla se questi non adempiva al suo dovere, ovvero di ascoltare le loro preghiere e di fare il miracolo del sangue.

Come gli scugnizzi dopo la fine della seconda guerra mondiale accoglievano l’americano liberatore,  così i Lazzari nell’ ottocento si avvicinavano all’Inglese con lo stesso spirito, affrontando la vita e rappresentando la vera anima pulsante della città.

Purtroppo però con il tempo l’erba buona si è mischiata a quella cattiva da un lato avevamo la Lazzaria dall’altro la Camorra, la prima era capace di vivere anche per nulla e con nulla, la seconda ha sfruttato la prima per cibarsi di tutto, anche la parola Camorra viene dallo spagnolo “Camora” Prepotenza, rissa, utilizzata anche dai Borboni per mantenere a freno i liberali insorgenti del Regno.




Concludiamo ricordando i lazzari combattere l’esercito Napoleonico a difesa della città, che si allearono con i Sanfedisti  guidati dal Cardinale Fabrizio Ruffo per riconquistare la città dove morirono a migliaia perché sognavano una Napoli senza oppressioni ed oppressori: il Lazzaro come “figura coraggiosa” che combatteva per degli ideali, una cosa ormai lontana nell’immaginario del popolo Napoletano ed Italiano in generale.

 

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