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Cappella Sansevero

Un gioiello d’arte e luogo ricco di misteri, nella cappella Sansevero si trova il Cristo Velato capolavoro di Giuseppe Sanmartino, una scultura talmente unica e stupenda che raccontarla la sminuisce.

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È sicuramente la scultura più famosa presente nella Cappella Sansevero. Si tratta di un Cristo, sdraiato su un materasso, con il capo sorretto da due cuscini, il cui corpo è ricoperto (come già nella “Pudicizia“) da un velo che aderisce perfettamente alle forme del viso ed al corpo stesso tanto che sono visibili le ferite del martirio.

Cristo Velato

Al lato si trovano gli strumenti del supplizio: la corona di spine, una tenaglia ed i chiodi uno dei quali “pizzica” il tessuto con straordinaria lasticità. Leggenda vorrebbe, che il Sammartino si sia limitato a scolpire il corpo del Cristo su cui poi, con procedimento alchemico, Raimondo di Sangro avrebbe disteso un tessuto, trattato con procedimento chimico e “marmorizzato”.

 

Altre opere presenti nella cappella Sansevero sono le seguenti:

La Pudicizia Velata
Unica opera certa di Antonio Corradini risale al 1751 e fu voluta in memoria di Cecilia Gaetani d’Aragona, madre di Raimondo di Sangro, morta prematuramente all’età di 23 anni, quando il Principe non aveva ancora compiuto un anno.
Rappresenta una donna, con il capo ed il corpo completamente ricoperti da un velo che aderisce alle forme, che poggia la mano su una lapide spezzata, proprio a simboleggiare la giovane età della defunta.
La scelta della “pudicizia” come virtù della madre sconosciuta, è forse da inquadrarsi, per contrasto, nel comportamento libertino del padre Antonio.

pudicizia

Angeli
Opera di Paolo Persico, fiancheggiano l’altare ed hanno particolare importanza nell’interpretazione dell’intera Cappella quale “Tempio massonico”.

La Pietà
Situato sopra l’Altare Maggiore (opera di Francesco Celebrano), sovrastato da una Colomba da cui si dipartono raggi, si trova il dipinto anonimo, risalente al ‘500, che dà nome alla chiesa.

Il Disinganno
Contrapposto alla “Pudicizia Velata”, dedicata alla madre, è il “Disinganno“, dedicato al padre Antonio (opera di Francesco Queirolo). Rappresenta un uomo che si districa da una rete a simboleggiare come, dopo una vita di libertinaggio e di azioni nefaste, il padre abbia trovato la forza di uscire dall’inganno terreno per abbracciare la fede.

Una delle tante leggende che aleggiano sul Principe di Sansevero, vorrebbe che anche questa rete (così come il velo del Cristo) sia stata “marmorizzata” con processo alchemico segreto.
Durante la 2ª Guerra Mondiale, però, un soldato tedesco, per atto di vandalismo, avrebbe dato un colpo con il calcio del fucile alla rete che si sarebbe rotta rivelando che si tratta esclusivamente di marmo.

cappella_sansevero

La Sincerità
Opera di Francesco Queirolo, venne dedicata (in vita) alla moglie di Raimondo di Sangro, Carlotta Gaetani.

Sposata nel 1730 per procura, giacché viveva nelle Fiandre, quando questa aveva solo 14 anni.

Infatti gli sposi si conosceranno, di fatto, solo sei anni dopo quando, terminate le guerre che si svolgevano in Europa, Carlotta potrà raggiungere Raimondo a Napoli. Rappresenta una donna che regge con una mano un cuore e con l’altra un caduceo.

Le Macchine Anatomiche
Due corpi, di un uomo e di una donna, completamente scarnificati nei quali è possibile osservare l’intero sistema circolatorio dai vasi più grandi ai capillari più piccoli

Nel piano sottostante della Cappella c’è il laboratorio del Principe Raimondo di Sangro, Discusso uomo di mistero e alchimista.
La Cappella è privata si trova in Via Francesco de Santis.

Aperta Tutti i giorni: 09.30-18.30
Ultimo ingresso consentito fino a 30 min. prima della chiusura
Chiuso il martedì

Biglietto ordinario: € 7.00
Artecard: € 5.00
Ragazzi da 10 a 25 anni compiuti: € 5.00
Scuole*: € 3.00
Minori di 10 anni: gratis

Audioguida: € 3.00

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